Solo per quello

Solo per quello

L’avrebbe cancellata, quella frase, milioni di volte.

L’avrebbe fatto, ovunque la vita l’avesse condotto, perché sapeva che ciò che resta delle parole, del loro voler significare qualcuno, o qualcosa, sopravvive solo l’attimo in cui, ingenuamente, gli attribuiamo valore. Poi, appena letta, una parola si contamina di mondo, di umori, e diventa altro. Fino a dissolversi.

Così trascorreva il tempo, Dave. In un bozzolo di orari e lente procedure da calendario, in attesa che quella settimana di terapia ospedaliera trascorresse indolore, silenziosa come i corridoi, chiari e illuminati, e le porte bianche chiuse a chiave dall’esterno. Mai, prima, aveva visto serrature che, nella stanza, scomparivano. Nessuna chiave, all’interno. Solo fuori, per scongiurare il pericolo che il paziente fuggisse. Scriveva e stracciava i fogli, Dave, temendo che anche là, circondato da muri e ante sigillate, anche là, in una camera dalle finestre prive di una maniglia, con un cesso senza doccia, potesse, ciò che stava raccontando, inquinarsi con le voci, gli sguardi e gli odori dei lettori.

Non si scrive perché resti qualcosa, aveva ripetuto decine di volte, la sera del suo ingresso.

«E allora perché lo fa? Mi dica. La sto ascoltando», gli aveva chiesto, di rimando, il medico. Si erano fissati, per un attimo, poco prima del ricovero, lo sguardo clinico da una parte del tavolo e, dall’altra, la voglia matta di andarsene via e tornare di nuovo in quel caffè. Due forze in rotta di collisione, aveva pensato Dave, per un istante. L’ennesima corsa interrotta, gli sembrava la propria vita.

Pioveva, quel sabato mattina, e il Wilshire, lucido di pozzanghere, assomigliava al viale di una città qualsiasi. Visto dall’alto, generava una dolorosa inquietudine. «Non me lo vuole dire? Preferisce rifletterci ancora un po’?», continuò il dottor Benitez. Fu allora, quando la voce del medico iniziò a flettersi, promettendo comprensione, che Dave decise di provarci ancora una volta. Sarebbe tornato a Ventura, dalla sua ex-moglie, per convincerla che l’impiegato del Dipartimento dell’Acqua, con il quale lei se ne era andata sei mesi prima, non era la persona giusta per una donna così sexy. Che, nella vita, un conto in banca e l’assicurazione dell’auto pagata in un’unica soluzione non significano nulla. Che gli scarafaggi, in quella metropoli, ci sono dappertutto, anche nelle ville del Glen, e che la notte ogni strada, vicino all’oceano, si popola di animali marini. Il medico, paziente, attendeva una risposta. Un segnale, un movimento degli occhi. Dave sorrise, si alzò di scatto, lanciò per aria i fogli con la stilografica a stantuffo e si lanciò contro la porta.

Lo bloccarono in due, trattenendolo per le braccia.

Quando si svegliò, nella stanza, la luce notturna, un piccolo bulbo murale di fianco al letto, era accesa. Fuori, oltre la finestra, il buio e centinaia di puntini luminosi. Abitazioni, si disse, e finestre ovunque, e persone che le chiudevano e le aprivano a piacimento e, così facendo, illuminavano quel che restava della notte. Sul comodino, in ordine, trovò i suoi fogli e la penna. Un infermiere li aveva raccolti per lui. Non ricordò le urla degli avventori, al caffè, né l’arrivo dell’ambulanza e gli scossoni legato alla barella. Avrebbe chiesto di vedere il medico, di lì a poco, non appena fosse arrivato il mattino. Scriveva per il gusto di immaginare i propri ricordi, gli avrebbe confessato. Per nessun altro motivo. Solo per quello, ogni giorno, scriveva storie. Bastava credergli.

Si stancano, le parole. Come un braccio intorpidito, lasciato a lungo sotto il cuscino, avrebbe riferito al medico, poco dopo. Si stancano di tutto ciò che sta nella testa di chi le legge, di chi le tocca e le sfiora alitandovi sopra. Di chi, prima o poi, le fa proprie per possederle in silenzio. Questo Anne non aveva capito, e per queste incomprensioni, ne era certo, aveva deciso di uscire a cena con l’impiegato dell’Acqua e poi, dopo qualche mese, se ne era innamorata perdutamente.

«Stai distruggendo tutto!», gli aveva gridato lei, un giorno d’autunno di vento secco e caldo, appoggiata allo stipite della porta.

«Come con i tuoi scritti fottuti!», ed era andato a finire male, quel mattino: lei in ospedale – per un ematoma sottorbitale – e lui alla stazione di polizia. E là, ancora una volta, seduto di fronte a qualcuno in divisa, non era riuscito ad essere convincente. Non il graduato, né il tenente, avevano creduto alla sua versione: non esistono parole che si conservino così come sono state scritte poiché esse, appena vengono lette, cambiano il loro significato e trascriverle di nuovo non serve a nulla. E picchiare una moglie per questo è altrettanto inutile, e pericoloso, aveva detto loro, scusandosi non poco per l’accaduto.

Il mattino arrivò in fretta e, con esso, il sole all’orizzonte, la sferzata negli occhi che, appena sveglio, ti impedisce di guidare verso Pasadena e il deserto. Il proprietario del caffè, dopo aver chiamato l’ambulanza e la polizia, non aveva sporto denuncia. L’avrebbero rilasciato, disse il medico di guardia. Dave gli raccontò quanto fosse importante, nella vita, strappare i fogli appena riempiti, e spargerli sul pavimento, e calpestarli finché le parole, tutti i segni, diventano una macchia scura, illeggibile. Lo ripetè di continuo, ogni giorno, fino al sabato successivo. Parlava a fatica, appesantito dallo strascico del tranquillante, cercando il ritmo tra le sillabe.

Il giorno della dimissione, uscì solo.

Nessuno, nella grande sala d’attesa, lo aspettava. Non c’era alcuno da avvisare, aveva riferito all’infermiera. Si incamminò lentamente, guardando le proprie scarpe muoversi e anticiparsi tra loro. Prima che il Wilshire vada a morire nell’oceano, l’aria è già marina. Si sente sulle labbra, non serve respirare a fondo. Anne, pensò, nemmeno a quello aveva mai creduto.

scritto da:

A quarant’anni lascia la professione medica e si trasferisce in Sudafrica, dove vive. Ha scritto la guida Cape Town (Polaris 2016), i romanzi Oltre la vita felice (Polaris, 2017), La jacaranda fiorita (Il Seme Bianco 2017), L’intensità della luce (Emersioni, 2018), Los Angeles, paradise (Emersioni 2019), Rego Park (Castelvecchi, 2021), Liturgia delle pianure (ReadAction Editore, 2023), Il sogno assassino (Castelvecchi, 2024).

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