Era quasi Natale

Era quasi Natale

Era quasi Natale, era un giorno inutile.
Nel fondo della terra ci sono esseri che hanno il nero pesto negli occhi, neanche se li leghi con il filo di ferro stanno fermi: mettono ovunque il palco della festa, le tagliole come per i topi.

C’è una voce che racconta quando hanno creato il male umano, quando ci hanno chiusi nelle case: era inverno e c’era una condensa di ghiaccio, gli ultimi uomini correvano lungo il viale; c’erano i braccatori che li puntavano, gli avrebbero sparato se non avessero saputo raccontare i loro fatti.

Era quasi Natale

Qualcuno teneva stretto il suo Santo, quella figurina che non avrebbe mai parlato neanche a tenerla nel cuore.
Le strade erano piene di traffico, qualcuno aveva un poeta nel bagagliaio altri una pala per le fosse. Tutti cercavano di far capire che erano parte del branco, che sarebbero rimasti rinserrati, che si sarebbero fatti paura a vicenda. In televisione apparivano uomini di grande statura, sembravano senza differenza con Dio.

Era quasi Natale

Davanti alle case qualcuno aveva messo delle luci di fortuna: era tremendo tutto quel buio. C’era una massa umana che aspettava di sapere quando sarebbe dovuta morire. Qualcuno immagazzinava nelle pareti di casa migliaia di teste d’aglio contro il maligno.

Tutti pensavano d’essere diventati indifendibili, di essere diventati la spugna di ogni infezione. E in un ordine confuso indossavano teschi per le tombe o maschere per gli acquari.

Era quasi Natale

Gesù aveva gli occhi azzurrissimi, lo stavano accompagnando a trovare di nuovo il mondo quando chiese di essere lasciato solo.
«Padre, abbiamo ormai conosciuto tutto, nulla cambia nella terra che hai voluto, questa tua idea è una spina che hai nel petto, gli uomini andrebbero costretti ad andare via da qui; tirali già dal palco: sono blasfemi, senza una vera fede, sono schiavi di chiunque, non hanno un corpo vivo, sono la nostra parte peggiore. Padre, io chiudo gli occhi voglio morire prima di essere ucciso. Non farmi nascere».

Era quasi Natale, qualcuno lo decise come un giorno inutile.

Michele Caccamo

L’editoriale di Michele Caccamo


scritto da:

È scrittore, Poeta, direttore del marchio Emersioni del Gruppo Lit e della collana Tasti di Castelvecchi. È stato pubblicato e tradotto in Egitto, Yemen, Indonesia, Siria, Palestina, Sud Asia, Russia, Cile, Argentina, Messico, Spagna, Francia, Stati Uniti.

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